DERMATOLOGIA ONCOLOGICA E MAPPATURA NEI
I nevi, comunemente detti nei, sono lesioni della pelle che derivano da cellule dell’epidermide chiamate melanociti. Si possono manifestare già dai primi giorni di vita (nevi congeniti) oppure durante la vita (nevi acquisiti). I nei possono essere di colore marrone chiaro o scuro fino al nero oppure blu (nevo blu). Alcuni sono macchie piatte di aspetto e colore simmetrico e regolare, altri invece rialzati di colore chiaro come quello della pelle o marrone (nevi dermici). I nei possono localizzarsi su qualsiasi area cutanea e mucose e raramente anche nell’occhio.
Il melanoma è un tumore maligno che può derivare da una trasformazione di un neo oppure nascere direttamente così. Il melanoma si presenta come una macchia che subisce rapidamente (nel corso di settimane oppure pochi mesi) una trasformazione, che può essere in senso orizzontale (e pertanto la macchia si modifica in colore, forma o dimensione), oppure in senso verticale (e quindi sviluppa un nodulo scuro o rossastro facilmente sanguinante). Se il melanoma viene diagnosticato nelle fasi iniziali è sufficiente la sola asportazione chirurgica, che deve essere eseguita rispettando delle linee guida nazionali e internazionali. Se, invece, l’esame istologico rivela che il melanoma si localizza in profondità nel derma, è necessaria l’esecuzione del linfonodo sentinella e di indagini come TAC e PET per ricercare eventuali metastasi a distanza.
Al fine di eseguire un’adeguata prevenzione sono necessaria un periodico controllo dermatologico, durante il quale vengono esaminati tutti i nei mediante dermatoscopia o epiluminescenza ed eventualmente mappati, e l’autovalutazione, al fine di evidenziare la variazione di nei già presenti o la comparsa di nuove lesioni da far controllare al dermatologo. L’autovalutazione si avvale della regola del ABCDE, dove A sta per asimmetria, B per bordi, C per colore, D per diametro ed E per evoluzione. In poche parole, una macchia che in poche settimane o mesi presenta un cambiamento evidente di questi parametri deve essere al più presto valutato dal dermatologo nel sospetto di un melanoma.
Le cheratosi attiniche sono da alcuni considerate delle “precancerosi” da altri dei veri e propri carcinomi in situ, in quanto se non trattate possono evolvere in una forma di carcinoma squamocellulare invasivo. Si presentano come chiazze rosse coperte da croste biancastre che ne determina un aspetto rugoso. A volte possono essere marroni, simili alle macchie solari (cheratosi attiniche pigmentate). Le cheratosi attiniche sono causate da un danno da raggi solare prolungato nel tempo e pertanto si localizzano soprattutto nelle aree fotoesposte (viso, orecchie, cuoio capelluto nei calvi, dorso mani). Sono più frequenti nei fototipi I e II. Occasionalmente possono essere causate dall’esposizione a raggi X e agenti chimici. La terapia include trattamenti a base di immunomodulanti topici (imiquimod e ingenolo mebutato), terapia fotodinamica con metodo classico o DayLight, crioterapia, laserterapia e peeling chimici. L’asportazione chirurgica dovrebbe essere limitata ai casi dubbi o dove si sospetta una trasformazione verso il carcinoma spinocellulare conclamato.
Con il termine epitelioma si intendono i carcinomi cutanei, ovvero il carcinoma spinocellulare, il carcinoma basocellulare (o basalioma) e il Morbo di Bowen. Si tratta di tumori maligni dell’epidermide che spesso sono causati da un’esposizione prolungata per anni ai raggi solari o alle sorgenti artificiali oppure possono essere favoriti da terapie immunosoppressive, come nei trapiantati d’organo.
Nei carcinomi spinocellulari e nelle forme nodulari e pigmentate di carcinoma basocellulare è necessaria l’asportazione chirurgica radicale; invece nelle forme superficiali di carcinoma basocellulare e nel morbo di Bowen possono essere utilizzati gli immunomodulanti topici oppure la terapia fotodinamica.
I linfomi cutanei sono tumori delle cellule del sangue, chiamate linfociti, che si presentano sulla pelle. I linfomi cutanei possono derivare dai linfociti T, o meno frequentemente dai linfociti B o NK. Le forme più comuni di linfoma cutaneo sono la micosi fungoide, la sindrome di Sézary e i disordini linfoproliferativi CD30+.
La micosi fungoide è una forma di linfoma a decorso indolente che si manifesta nelle fasi iniziali con chiazze e placche localizzate o diffuse, simili ad altre dermatosi, come l’eczema e la psoriasi. In questa fase, i trattamenti includono le creme a base di steroidi, la fototerapia e, nei casi diffusi e refrattari, i farmaci immunomodulanti sistemici, come i retinoidi e l’interferone. Quando la malattia progredisce, con la formazione di lesioni nodulo-tumorali e/o il coinvolgimento di sangue, linfonodi o midollo osseo, la prognosi peggiora drasticamente e sono necessarie terapie aggressive come la chemioterapia, o la radioterapia (per le forme nodulari). Ad oggi l’unica terapia che può essere considerata curativa è il trapianto di midollo osseo, che viene riservato solo a casi selezionati visti i rischi per il paziente.